Bastano poco più di 90 secondi per denunciare con efficacia il blocco israeliano che da oltre un anno e mezzo schiaccia la popolazione della striscia di Gaza: si tratta di “Closed Zone”, il cartone animato prodotto dalla ONG israeliana Gisha e realizzato da Yoni Goodman, autore dell’animazione del film finalista agli Oscar Valzer con Bashir. Il personaggio protagonista del corto, ha spiegato il suo disegnatore, è “un po’ bambino e un pò adulto, un pò arabo e un pò ebreo“.
Visitate il sito Action for Peace dove si può firmare per la sospensione dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele.
… DOVETE vederlo.
Come ha detto il mio amico Guido (e lo cito perché sono perfettamente d’accordo con lui): le tre ore di televisione più belle che abbia mai visto.
C’era una volta una farfallina curiosa e intelligente che non si saziava mai di sapere. Fin dai primi istanti di vita si guardò intorno per scoprire cosa muoveva le foglie, chi faceva risplendere i fiori di meravigliosi colori e perché le api si divertivano tanto a saltare da una corolla all’altra. Non smetteva mai di osservare, guardava il mondo e trascurava se stessa. Non si era accorta di avere delle belle alucce colorate, né immaginava quanto fosse leggera ed elegante. Poi un giorno, dopo un temporale, si posò sul ciglio di una pozza d’acqua e credette di vedervi l’arcobaleno, ma poi si accorse che i colori riflessi erano quelli delle sue ali gialle striate d’azzurro. Pensò, allora, che dopo aver imparato tanto sul mondo e sugli altri esseri che lo popolavano, avrebbe dovuto cominciare a conoscere se stessa. Non fu un’impresa facile. Le toccò rimettere in discussione tutto quello che aveva imparato e cambiare tutti i suoi soliti punti di osservazione. Le farfalle, si sa, svolazzano senza seguire una rotta e non sembrano molto interessate a tutto ciò che si frappone tra loro e il sole, ma non fu così per lei. Prese tanto sul serio la sua missione che un giorno, mentre rifletteva nascosta tra le foglie di un albero maestoso, venne strappata via da qualcosa e all’improvviso fu buio. Prosegui la lettura…
Durante i (150?) 200 mt. che separano casa mia dal garage, stamattina ho pensato nell’ordine: 1. voglio vivere con lentezza 2. non si dovrebbero fare figli quando si è troppo giovani 3. perchè, caxzxzxo, gli automobilisti accelerano in prossimità delle strisce pedonali, invece di rallentare e fermarsi?!
Gli spunti che hanno fatto nascere questi pensieri sono stati: 1. la notizia alla radio che ieri, a Milano, era la giornata della lentezza (terza giornata mondiale della lentezza) e il brutto episodio di picco pressorio che ho avuto ieri sera (tanto per guastarmi l’umore…); 2. una ragazza concentrata su una telefonata al cellulare, mentre il bellissimo bimbo che portava nel passeggino commentava il mondo circostante con versi e sorrisi… e lei non se ne accorgeva neanche; 3. il tempo che ho dovuto aspettare a metà di un percorso pedonale, in attesa che qualche automobilista si rendesse conto finalmente di non essere a Le Mans e decelerasse per lasciarmi attraversare.
Piccole cronache di una mente iper-attiva… mai che riuscissi a non pensare!
In compenso, continuo a vivere secondo il mio ritmo e miglioro ogni giorno di più. La calma è il modo più sano per affrontare qualsiasi cosa. Magari se ne fanno di meno di cose, ma si fanno meglio, non c’è dubbio!
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