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Posts Tagged ‘parole’

Ineluttabile

13 Novembre 2009 15 commenti

ineluttabile_2Ineluttabile: a seconda del contesto in cui lo dici, puoi esprimere rassegnazione, determinazione, ma anche ironica consapevolezza. Ma esiste davvero qualcosa d’ineluttabile? O siamo noi che utilizziamo il concetto, la parola, come alibi per non affrontare qualcosa che va al di là della nostra comprensione?

Domande retoriche per introdurre una risposta di cui sono certa, ormai. Ineluttabile è solo ciò che non dipende da noi. La morte. In tutti gli altri casi, si può lottare. Anche soltanto andandosene e ricominciando, se nel luogo in cui siamo non viviamo, ma sopravviviamo. Oppure, separandoci dalle situazioni/persone che ci affossano loro malgrado. O ancora, accettando le conseguenze delle nostre scelte, senza scaricarne la responsabilità sul destino o sulla sfortuna, che non esistono. Forse, diventano ineluttabili, cioè necessari, certi comportamenti all’apparenza rigidi, ma assolutamente inevitabili, che ci salvano la vita e, a volte, salvano anche la vita di qualcun altro.

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Coazione a ripetere #1

4 Luglio 2009 14 commenti

Woman Prophet - Un disegno di John Jude PalencarCi sono frasi, all’apparenza banali, che le donne almeno una volta nella loro vita hanno detto. A un amico, al proprio uomo, al fratello o al padre. E, se non hanno avuto il coraggio di dirla, di sicuro l’hanno pensata. Una frase che non serve a niente, ma accentua l’incomunicabilità tra uomo e donna, con la sottile allusione che noi ‘siamo le migliori‘ …
Naturalmente, anche io l’ho pronunciata in diverse occasioni, solo pensavo fosse il risultato di un processo di maturazione che arrogantemente mi arrogavo.
Invece, circa un anno e mezzo fa, assisto alla seguente scena.

Location: Roma, facoltà di Architettura, via Gramsci. Esterno giorno.
Protagonisti: Due studenti, un Lui e una Lei. Neanche 50 anni in due. Amici, colleghi, forse fidanzati o sul punto di.

Lui l’ascolta da circa 20 minuti, dopo aver tentato invano d’interrompere il suo accorato sproloquio e aver assunto, nell’ordine, l’espressione interessata, contrariata, afflitta, rassegnata.
E Lei, con aria di rimprovero, alla fine non resiste e la dice: “…Tu non vedi oltre!
E Lui: “Ma oltre de’ che?!

Ecco. Lei non avrà avuto neanche 25 anni…
Ma poi mi chiedo: perchè invece di dirglielo, non glielo facciamo vedere questo oltre?! E, soprattutto, perché non possiamo accettare che è possibile vedere le stesse cose in modo diverso? No. Se non la pensano come Noi, Loro non vanno oltre.
Mah. Io ci sono stata a Oltre, niente di che e, soprattutto, ci sono solo donne! 😉

C’è tanta bellezza nel mondo…

9 Gennaio 2009 14 commenti

Esco tardi, salgo in macchina e accendo la radio. Inutili, veementi discorsi da parte di due conduttori ormai obsoleti, nonostante lo spostamento di fascia oraria della loro storica trasmissione (ma perchè non ci si accorge quando è ora di smettere per poi, magari ricominciare con qualcosa di nuovo…), il cielo è nuvoloso, ma c’è il sole. Dopo tanta pioggia e il gelo di questi giorni l’aria tiepida mette di buonumore. Cambio stazione alla ricerca di buona musica e intercetto un discorso abbastanza ripetitivo sugli ingegneri, aspetto paziente nell’attesa di un brano decente. Poi una parola, un sostantivo buttato lì da un radioascoltatore che manda sms, ed ecco che improvvisamente si apre una crepa e sale immediata l’amarezza. E’ talmente veloce che neanche me ne rendo conto, solo il tuffo al cuore mi avverte del cambiamento. Nostalgico rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato. Dura un istante e poi si perde tra i rami d’autunno. Sorrido, alla bellezza che verrà.

Rifiuti

17 Ottobre 2008 6 commenti

parole.jpgIn un commento fatto al post Tilt, l’amico Claudi-Norma si esprimeva così:

Spesso noto che le parole delle persone con cui parlo sono piene di bolle, o sono rosse oppure, peggio ancora, suppurano sostanze putride e oscure, mi sto accorgendo che le parole di molta gente sono malate e forse stanno contagiando il linguaggio. A volte, quando sento più soggetti infetti parlare tra di loro, mi chiedo che lingua parlino. C’è un morbo del linguaggio, e mi fa male, ma così male, pensare che molto probabilmente siano state le nostre menti ad averne creato il focolaio.
Vi prego, continuiamo a parlare. Comunichiamo, opponiamo resistenza a questo virus non solo linguistico, contrastiamo questa nuova lingua morta che sta prendendo il sopravvento. E’ l’avvento della Zombielalia.
Vi prego.
Suono eccessivamente catastrofista? Sembra che stia parlando ex cathedra? Mi dispiace, ma nelle scuole, sugli autobus, in metro e nei supermercati, nelle palestre e in piazza si sta diffondendo il morbo.
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Tilt

22 Settembre 2008 19 commenti

Emily the StrangeSono quattro giorni che penso, leggo e mi arrovello, ma la conclusione è sempre la stessa: niente da dire. Leggo i giornali ricchi di notizie che meriterebbero più di un post, navigo tra i blog pieni di spunti interessanti e lascio qualche commento qua e là, ma niente di più…

Sì, lo so che è una cosa normale, non si ha sempre qualcosa da dire (per fortuna!), ma il fatto è che qualcosa mi ha mandato in tilt il cervello e, nonostante ci siano molti argomenti da commentare e di cui parlare, quando arrivo al dunque lo scontrino emesso dal mio registratore di cassa è sempre bianco.

Alle volte succede che si resti sospesi tra la quotidiana routine, che a ben vedere non è mai solo routine, e le emozioni congelate in attesa di essere elaborate, capite, ma vorrei dire vissute senza paura.

E così, mentre ti guardi attorno e dentro in attesa del via, il cervello va in tilt.

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