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La differenza – Racconto breve

Edward Hopper - Gas, Museum of Modern Art, New YorkTutti i riferimenti a persone e a fatti realmente accaduti sono casuali. Lo stesso non si può dire per i sentimenti e le sensazioni descritte.

Guardò in quegli occhi scuri e sinceri ritrovando un sorriso che aveva amato. Era un puro, nel bene e nel male. Una persona alla quale non si può non voler bene e lei, capace di scovare del romanticismo anche nel più indifferente degli indifferenti, non aveva proprio resistito a quel bravo ragazzo. Il primo dopo anni. Avevano consumato una breve storia d’amore, più breve di ciò che avrebbe potuto essere, ma la vita difficilmente si attiene alle potenzialità. Così era finita, ma il vero motivo nessuno dei due lo conosceva: entrambi avevano la loro spiegazione, ma solo il tempo avrebbe dato ragione a uno dei due o, forse, a nessuno.

Sorridevano mentre si raccontavano cosa avevano fatto l’uno senza l’altra sapendo che, seppur lontani, erano stati comunque vicini… entrambi avevano sofferto del distacco, entrambi avevano sentito la mancanza. Passeggiarono in una notte afosa abbracciandosi, prima timidamente, poi come se fosse impossibile fare altrimenti.

Lui le raccontò tutti i disastri che aveva combinato dopo averla lasciata e poi della ragazza con cui stava, ma che non sapeva come lasciare. Lei lo ascoltava, contenta di averlo ritrovato un po’ più consapevole, ma si chiedeva perché non sentiva le farfalle nello stomaco…

Pensava alle ultime notti insonni, al desiderio provato per un uomo che non avrebbe più rivisto. Aveva gli occhi verdi come laghi oscuri limpidi in superficie, ma torbidi in quel fondo che le aveva fatto intravedere. Era così dannatamente “impuro”, ma capace di toccare le sue corde più nascoste facendole risuonare così forte che la notte doveva coprirsi le orecchie per non sentirle urlare.

Intanto, il puro le diceva cose dolci e mai banali e sorrideva con quel sorriso da serial Tv.
Perché devo rinunciare a vivere?” disse lei “E se morissi domani? Non voglio perdere occasioni e momenti irripetibili. Anche questo potrebbe esserlo, nella misura in cui sto bene stasera con te!

E’ vero” le rispose lui “tu vivi. Vivi per raccontare“.
Immediatamente il pensiero corse all’altro, il dannato. A lui raccontava per vivere. Si scrivevano e le parole a volte si trasformavano in carezze e baci sempre più audaci che le annebbiavano la vista… Nonononono, non voleva pensarci. Non aveva senso pensare a qualcuno che, giusto o ingiusto che sia, non avrebbe avuto.

Le farfalle nello stomaco, ultimamente, le aveva messe a tacere. Era facile, bastava non rileggere quello che le scriveva o anche rileggere le parti in cui non le piaceva quello che diceva.

Il puro la baciò sulle labbra, un bacio dolce e leggero, come leggera era la serata.
Lo guardò pensando a quella che sarebbe potuta essere la loro vita insieme. Vedeva una strada che avrebbe attraversato luoghi nuovi da scoprire, sentiva il calore di un rapporto sincero basato sulla stima e sulla voglia di crescere. Sapeva che l’avrebbe sempre spronato e sostenuto ed era sicura che lui non l’avrebbe mai trascurata. Sembrava distratto, ma in fondo era molto più attento di tanti uomini che aveva conosciuto. Una strada in cui il desiderio difficilmente sarebbe svanito… Smise di fantasticare. Lui era lì, cambiato, ma sempre quello che non ce l’aveva fatta. Non appena il rapporto era diventato più coinvolgente, non aveva retto. Il passato, la sua ex, l’età (?), tutte cazzate. Dinanzi a un rapporto che avrebbe fatto la differenza, aveva mollato.

Non era molto diverso dal dannato, in questo. A parte le circostanze materiali che gli impedivano di vederla, anche lui non voleva vivere fino in fondo qualcosa che avrebbe potuto destabilizzarlo. E si capisce, tutto si capisce. I dubbi, le scelte, la confusione, gli impegni… era tutto così evidente che difficilmente lei non lo avrebbe capito.

Ma manda tutti aff…” avrebbero detto il finto cinico e il tatuato. “Nessuno di loro è per te, tu sei speciale“… ma loro erano amici, era facile per loro.

Solo che le farfalle, forse, o il fatto che già da un po’ meditava di mollare tutto e tutti almeno per una volta, fecero sì che proprio in quel momento, mentre il puro dolcemente l’abbracciava, scattasse la decisione.

Quell’estate, annullati tutti gli impegni, partì da sola. Lasciò le chiavi di casa all’amico manager e se ne andò due mesi a fare il lavoro che sognava da quando era piccola: la benzinaia. Aveva scovato un distributore sulla strada provinciale che da Barcellona porta a Siviglia, in Andalusia (che si pronuncia in quel modo così dolce, con la lingua fra i denti). Il proprietario cercava personale per l’estate quando, invece di una macchina al giorno, il flusso di traffico aumentava per il turismo. Lei non parlava lo spagnolo, ma un po’ d’inglese lo masticava e poi, la maggior parte dei turisti era italiana. “Farai la differenzia” le aveva detto con forte accento spagnolo. “Sì, come al solito” pensò lei mettendosi il berretto. Ancora, a volte, le capitava di sentire le farfalle nello stomaco pensando al dannato e sapeva, però, che quello era solo il segno che era viva, ancora in attesa di poter nuotare in un lago di emozioni.

Categorie:Tales Tag:
  1. depinecesset
    9 Agosto 2008 a 9:07 | #1

    Capisco 🙁

  2. depinecesset
    9 Agosto 2008 a 0:08 | #2

    ricordi il sogno di sandro?ke massimo lo bastonò di brutto? era stato a cena da me la sera prima,poi mi aveva sognato “benzinaia con il grembiule da cucina” lui disse ke non capiva ki poteva essere quella benzinaia e…
    Insomma gli uomini magnano ,bevono,sognano,si incuriosiscono per i loro stessi sogni e cascano dalle nuvole come goccioloni! Beh! bona notte lu

  3. 8 Agosto 2008 a 13:58 | #3

    Che donna.

  4. LucyVanPelt
    8 Agosto 2008 a 13:20 | #4

    Pinolo e Maggi Mario sono TUOI! Io ho i miei che tanto immaginari non sono… ma la mia immaginazione va nella direzione opposta alla tua 🙂

  5. 8 Agosto 2008 a 12:44 | #5

    Io di immaginari posso prestarti Pinolo e Maggi Mario. Oppure potresti far fare un cameo a ciò che resta di Giacchettone. Purtroppo Pinolo gli ha strappato il cuore e se l’è mangiato. Ma ancora batte nella sua pancia, magari con lo stetoscopio riusciamo pure a fargli dire una battuta. era mosto spiritoso.

    Approfitto dell’ospitalità: a Kla’, mo te vengo a trova’, oggi non lavoro e posso legge’ quanto me pare.

  6. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 23:11 | #6

    @klauaus
    nono, altrimenti i sogni non sarebbero mai incubi! A meno che tu non ti riferisca ai sogni a occhi aperti… ma quelli sono un’altra cosa.

  7. 7 Agosto 2008 a 22:47 | #7

    …e anche di chi sogna 🙂

  8. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 22:28 | #8

    @marvin
    No, non sono immaginari, te l’assicuro… l’unico aspetto fantasioso è nel mio sguardo: la poesia è negli occhi di chi guarda, lo sai 🙂

  9. marvin
    7 Agosto 2008 a 22:23 | #9

    più che un romanzo mi sembra un bel fumettone americano: “la lega degli uomini immaginari”

  10. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 22:21 | #10

    L’intransigente, il manager, il finto cinico, il tatuato, il puro e il dannato… ho i personaggi del mio primo romanzo!

  11. 7 Agosto 2008 a 22:15 | #11

    Altro finale:

    Mentre lei in terra andalusa continuava a contare numeri in movimento e a respirare piombo di benzina verde, nella città da cui era scappata, l’intransigente rubò le chiavi al manager e si impadronì della casa.
    E tutti vissero felici e sotto un tetto.

  12. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 22:12 | #12

    @klauaus
    nessuna scelta inconscia, solo un espediente narrativo e un vecchio ricordo di bambina 🙂

  13. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 22:09 | #13

    @marvin
    La nostra differenza è 12, la nostra somma è 76, … dunque possiamo calcolare i nostri due numeri, ma non so come!

    Però magari, è meglio non calcolarli esattamente, mi piace pensare che questi numeri possano cambiare in continuazione e, di fatto, è così 🙂

  14. 7 Agosto 2008 a 22:07 | #14

    …e comunque state tutti fori e non solo i romani 🙂

    @Lucy
    Ma quanto è stata inconscia la scelta del mestiere di benzinaia?
    Forse, un voler gridare la sanità di certe buone azioni?

  15. marvin
    7 Agosto 2008 a 21:55 | #15

    la differenza… come immaginerai mi vengono in mente questioni matematiche. lo sai che in matematica la differenza di due numeri da sola non basta? Ma se invece hai anche la somma puoi calcolare esattamente i due numeri di cui sopra?

  16. 7 Agosto 2008 a 18:36 | #16

    Poetico quasi quanto i miei peperoni stufati, la pasta fredda con le melanzane i pomodori e le olive, il formaggio di Xfhgiremc allo zafferano, il pecorino di zio Gianni, il Pajara pugliese, il Pecorino /(vino) di Chieti e il Sauvignon di Casale del Giglio, azienda sopravvalutata ma valida.
    E devo riuscì a compra’ le baghét pell’antipasti, eccecchezz!

  17. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 16:13 | #17

    🙂 La prossima cena la cucinerai per me, vero?!

    Mangiamo, beviamo, tu mi fai ascoltare la tua musica e intanto scriviamo un racconto a 4 mani!!

    INTReasy Riders è bellissimo!
    “Lei lo va a raccattare, lo guarda, così bello col suo casco a specchio ma non capisce che lo trova bello perché è il riflesso del suo volto…” assolutamente poetico e vero!

  18. 7 Agosto 2008 a 15:51 | #18

    Finale alternativo.
    La benzinaia si intrippa con Dennis Hopper Jr. che ha fatto rifornimento alla sua pompa e parte tutta sudata a girare con lui INTReasy Riders, un omaggio a suo padre. E vissero felici e contenti? No, perché Jr. ha un segreto e quando lei lo scopre, col cuore in mano e comunque innamorata come un’anacrosi di un apostrofo, è costretta a lasciarlo. Ma il Buon Dio (eh…?) riavvolge la bobina e lei si ritrova vestita da Gina Benzina proprio un attimo prima che Jr. irrompa nella sua gioiosa vita. E cosa succede, cosa succede?!? Che lo stesso Pio Personaggio citato prima fa scoppiare un pneumatico a Hopper che fa “e Hop!” ma il suo triplo carpiato lo porta a testa sotto proprio in una tana di sentinelle del deserto (suricati – suricata suricatta) che si erano trasferiti da poco ma non centra l’ingresso, si rompe l’osso del collo e muore. Lei lo va a raccattare, lo guarda, così bello col suo casco a specchio ma non capisce che lo trova bello perché è il riflesso del suo volto e si fa tutto un film suo in cui lei, vestita da Easy Rider, va a fare il pieno da Dennis Hopper Jr. Jr. E visse felice e contenta.

    Mò vado a comincia’ a prepara’ la cena, se so’ autoinvitati sei ragazzi che lavorano con me, mannaialloro.

  19. 7 Agosto 2008 a 15:31 | #19

    Prova con alternati…magari funonzia ugualos…
    🙂

  20. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 15:04 | #20

    Vabbè, ma ‘sti finali alternativi? Nessuna idea?

  21. 7 Agosto 2008 a 14:47 | #21

    Mammmmmmmmmmmmmmamia vi siete trovati tutti quanti mi sa… Attenti tutti che JDM una volta scatenato diventa incontenibile! 😛

  22. 7 Agosto 2008 a 14:34 | #22

    La stecca…ha tanti significati:
    La Mazzetta
    Il Plettro per chitarra
    La “Stonatura”

    Ma qui piaceva “becchi la stecca” perchè suona bene !
    Vedi …corda…stecca..suona…tutto collegato…

  23. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 14:27 | #23

    @JDM
    mhh… Rob, la stecca, al solito… non capisco, ma mi adeguo! 🙂

  24. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 14:24 | #24

    @rob
    anche una “delicata frustrazione”, ma preferirei comunque una “deliziosa frustata”… o una “crostata deliziante”?… scusa ma a furia di leggere JDM e Claudi-Norma mi sto follettizzando!

  25. 7 Agosto 2008 a 13:58 | #25

    …aaaah…i dettaGli tennnnnici….aaaaah…..
    ok si puo’ fare…basta che Rob non si becchi la stecca come al solito !!!

  26. 7 Agosto 2008 a 13:40 | #26

    Si, potrebbe essere una “deliziosa frustata”!!!

  27. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 13:38 | #27

    @JDM
    Credo proprio che ti assumerò come consulente. Quando scrivo ho bisogno di conoscere certi dettagli tecnici, per completezza ma anche per valutare inattesi risvolti della situazione! Ci si potrebbe fare male! 🙂

  28. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 13:35 | #28

    @Koralyn
    mmhh… non lo so come finisce, potremmo provare a suggerire dei finali ognuno con la sua immaginazione (penso a un paio di tizi che frequentano ‘sti luoghi!)…

    Non so, mentre lei lavora al distributore inizia a rimettere a posto le vite di tutti quelli che sono lì, un pò alla Bagdad Cafè, finchè non incontra un tizio che rimette a posto la sua di vita…

    Un torero in pensione? Un musicista di strada? Con la fortuna che si ritrova sarebbe sicuramente un hacker che suona la tromba e si allena per il concorso “toreri senior”.

    Il lato positivo è che sarebbe Senior!!!!

  29. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 13:26 | #29

    @rob
    no, nonsappiamochileisia, ma che importanza ha? potrebbe essere un personaggio della storia inventato da chi scrive, o quello che chi scrive avrebbe voluto essere o fare… l’importante è che “arrivi”, come dici tu!
    grazie 🙂

  30. 7 Agosto 2008 a 13:01 | #30

    Ue…occhio a toccare le corde.
    La tensione media delle 6 corde su una chitarra elettrica oscilla tra i 60 e gli 80 chili, su un contrabbasso puo’ arrivare anche a 300, su un pianoforte a 2 tonnellate !!!
    Quindi se ne saltasse una…

  31. 7 Agosto 2008 a 11:54 | #31

    Fantastico! solo che è troppo breve. Voglio sapere come continua… (anche se la protagonista mi pare di conoscerla…) .
    Che so, magari il benzinaio assume anche una vecchia amica della tipa venuta dall’Italia a trovarla… 😉

  32. 7 Agosto 2008 a 11:52 | #32

    Gli esercizi stanno dando ottimi risultati direi… noinonsappiamochileisia, per carità ma di sicuro quel che scrivi “arriva”…

  33. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 0:25 | #33

    Fregare chi? Moi? tsè tsè… leinonsachisonoio!

    Tranquillo, mi sto esercitando a scrivere racconti, a non trattenere le emozioni, a non trasformarmi in un lupo mannaro e anche a sdrammatizzare.

    E poi, l’ho detto: tutti i riferimenti a persone e a fatti realmente accaduti sono casuali. Lo stesso non si può dire per i sentimenti e le sensazioni descritte.

    A parte la benzinaia…

  34. 6 Agosto 2008 a 19:51 | #34

    Il tatuato ti ricorda che la vecchia Tori dice pure:
    “I got a bowling ball in my somach and the desert in my mouth,
    Figures that my courage would choose to sell out now”.
    “Cosa non si farebbe per degli occhi verdi”.
    Ora la protagonista sa cosa non farebbe mai: farsi fregare.
    Però non prendiamoci per il c**o.

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