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Archivio per la categoria ‘Reviews’

Animal Kingdom

11 Novembre 2010 3 commenti

Animal Kingdom è come un pugno nello stomaco quando meno te lo aspetti. Uscendo dalla sala, dopo l’anteprima, è così che mi sono sentita: come se mi avessero preso a pugni mentre ero tra gli scaffali del supermercato a comprare biscotti.

La violenza scivola tra i giardini e le strade di una periferia che sembra la squallida anticamera di Melbourne, una città ricca di giardini lussureggianti e architettura vittoriana, piena di tram, di caos e di vita. Non c’è vanità in questi criminali che non indossano abiti firmati, non sfoggiano macchine di lusso e non vivono in palazzi signorili. Sono persone ordinarie, che fanno la spesa al supermercato e vivono in case di periferia dotate di ogni elettrodomestico, unico indizio delle ricchezze accumulate con rapine e spaccio di droga, delle tane nelle quali trovano rifugio, qualunque cosa accada. Persone sciatte e prive di gusto che passano inosservate, fino a quando non trasformano l’arroganza e l’ignoranza in violenza senza mezzi termini e, spesso, senza via di scampo. Sia che si tratti di accendersi una sigaretta in un bar, infischiandosene dei divieti e dei richiami della cameriera, sia che si tratti di minacciare con la pistola un automobilista arrogante. Man mano che il film si sviluppa, anche il più semplice gesto di uno dei membri della famiglia Cody ci fa stare in tensione, in attesa del peggio.

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L’immaginario del Dr. Gilliam

19 Ottobre 2009 15 commenti

Heath Ledger e Lily ColePer ognuno di noi il cinema corrisponde alle immagini di uno o più film che hanno ‘sfidato‘ il nostro immaginario, ma è difficile identificare in un unico film o nel lavoro di un solo regista il ‘Cinema’. Stasera, però, vedendo The Imaginarium of the Doctor Parnassus ho pensato che Terry Gilliam è per me il cinema, come lo sono Tim Burton, Quentin Tarantino o Alfred Hitchcock. Nomi che hanno poco o nulla in comune se non la capacità d’inventare e creare illusioni. Forse, per me, il cinema è illusione e il film di stasera è stato un fantastico viaggio in una favola dove il bene e il male si confrontano sul terreno comune della vita e dove, come in tutte le fiabe che si rispettino, il lieto fine giunge a consolare delle perdite subite.

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Inglourious Basterds, Glorious Movie

3 Ottobre 2009 11 commenti

Bastardi senza gloriaA me Tarantino piace, e molto. Lo dichiaro subito, così chi non lo ama può saltare direttamente questo post ed evitarsi la sviolinata.

Stravolgendo le regole di una classica recensione, inizierò dando un voto al film, cosa che generalmente si trova alla fine della trama, sotto forma di numero o stellette. Il voto, da 1 a 10, è 9. Senza dubbio. Per completezza dirò che 10 se lo sono guadagnati Pulp Fiction e Kill Bill vol.1 e vol.2, mentre Jackie Brown e Le Iene hanno ottenuto anche loro un bel 9. 8 a Grindhouse, con mezzo punto in più a Death Proof rispetto a Planet Terror.

Ma torniamo ai Bastardi senza Gloria. Due ore e mezzo che volano via attraverso dialoghi perfetti, il che conferma la maestria di Quentin Tarantino come sceneggiatore. Ogni scena è costruita su immagini e parole che conducono per mano lo spettatore verso un’indiscutibile presa di posizione a favore dei bastardi/contro i nazisti.

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Star Trek – Il prequel di J.J. Abrams

9 Maggio 2009 2 commenti

startrek_02Leggo in Rete recensioni del film tiepide e scoraggianti: … divertante, brioso, ricco di effetti speciali e per molti versi originale e ben realizzato. Il suo problema è che lo è troppo: è un fumetto, stile Marvel, privo di quel pathos e di quell’intensità drammatica che era nel dna della della saga inventata 43 anni fa dal leggendario Gene Roddenberry. Anzi a tratti è addirittura comico.
… Per far leva sulla generazione “YouTube”, dei più giovani che consumano entertainment in pillole, liofilizzato e senza troppo sapore.

Io, invece, l’ho trovato proprio bello e più che alla generazione YouTube appartengo a quella di Carosello! Non avevo dubbi sulla magnificenza degli effetti speciali, piuttosto temevo che appiattissero la storia o che cancellassero il mito di intere generazioni di sognatori, per i quali la fantascienza non era solo una lettura di evasione, ma rappresentava la speranza per l’uomo di scoprire razze e mondi lontani con i quali vivere in armonia.  Chi non ha desiderato che alcune delle invenzioni utilizzate nella serie non divenissero realtà? Il teletrasporto su tutte, ad esempio. E chi non ha sognato di poter viaggiare fra le stelle a bordo di un’astronave, invece di lavorare dietro a una scrivania ?
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Il curioso caso di Benjamin Button

16 Febbraio 2009 4 commenti

Il Curioso caso di Benjamin Button, uscito venerdì nelle sale italiane, ha avuto 13 nominations agli Oscar di quest’anno. il film, tratto dall’omonimo racconto breve di Francis Scott Fitgerald, affronta il complesso rapporto che l’essere umano ha con il tempo attraverso la storia di un uomo ‘nato vecchio e morto bambino’. Mentre nel racconto di Fitzgerald il protagonista nasce nel 1860, nel film di David Fincher Benjamin Button (interpretato da Brad Pitt) nasce l’ultimo giorno della prima guerra mondiale. La sua è una vita al contrario e la sua crescita interiore corrisponde a un progressivo ringiovanimento del corpo, in cui solo per un breve periodo l’età anagrafica rispecchia il reale stato del fisico. Benjamin, però, considerato un diverso sin dalla nascita, ha la possibilità di crescere in un clima di sereno distacco dall’affanno delle contingenze della vita quotidiana. La donna che lo raccoglie dopo l’abbandono da parte del padre, infatti, lavora in una casa di riposo per anziani e non ha problemi a far accettare il ‘vecchio’ bambino dagli ospiti cui presta assistenza. Ben impara a guardare il mondo con la poesia degli occhi di chi ha vissuto una vita intera e, nonostante non possa giocare con i bambini della sua stessa età, cresce circondato dall’affetto dei tanti ‘nonni’ che vanno e che vengono dalla casa di riposo.
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