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Archivio per luglio 2010

Appaio dunque sono?

29 Luglio 2010 6 commenti

Ci sono giorni in cui non ci si sente in forma e, guardandosi allo specchio, si alternano facce da incubo a facce più o meno accettabili. Con il tempo ho imparato che le visioni da incubo corrispondono generalmente a stati interiori. Come in un film di Stephen King in cui nello specchio appaiono fantasmi, mostri e zombie di vario genere, anche se è solo il protagonista a vederli. Le facce accettabili, invece, dipendono dalla luce che si ha in bagno: più è bassa e meglio è! 😉

Stamattina, che non è stata una delle migliori, ho evitato sguardi prolungati per non vedere mostri, limitandomi a specchiarmi a pezzi: gli occhi per mettere la matita, le labbra per il rossetto ecc. Arrivo in ufficio e gli specchi dei bagni mi rimandano un’immagine migliore: sono al buio, per fortuna! Mi siedo al computer e, mentre scorro le pagine, bussano alla porta. E’ un signore gentile e discreto che ha sbagliato piano. Gli do le indicazioni e lo saluto. Neanche 20 secondi dopo bussa di nuovo, entra e fa: “Lei è molto carina, perciò mi ha fatto comunque piacere vederla!”.
Sorrido, ringrazio e allibisco.

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Prove d’artista

27 Luglio 2010 5 commenti

Non per essere monotona, ma è pur sempre il più bel regalo di compleanno che ho ricevuto e, giorno dopo giorno, lo assaporo attraverso gli spezzoni video che Peter Gabriel posta sul suo sito. Ecco, mi sembra proprio che lui si possa definire un artista, uno che ha lasciato il segno. Come cantante e compositore dei Genesis, come solista e come produttore/talent scout di musicisti e, probabilmente, anche come essere umano per chi lo frequenta quotidianamente e per chi ha beneficiato dell’aiuto e del supporto dato attraverso le associazioni che sponsorizza e sostiene. Insomma, dopo giorni di malessere fisico e inc….ture di lavoro, voglio pensare a qualcosa di bello!

A Verona, il 26 settembre

22 Luglio 2010 3 commenti

46

17 Luglio 2010 6 commenti

Questa è l’immagine che meglio mi rappresenta. E non è perché corro in moto, anche se mi piacerebbe avere il coraggio e le capacità di Valentino Rossi; e non è neanche perché sto per compiere 46 anni. No.
E’ perché, come Valentino, io sono una che quando cade si rialza e sale nuovamente sulla moto.

Come Valentino, so incassare quando mi attaccano e cercano di negare e distruggere quello che ho costruito, sorrido e a testa bassa riparto. Non ho il suo talento, né i suoi soldi, ma ho la sua stessa determinazione nel perseguire i miei obiettivi. Preferisco morire sapendo di avere fatto di tutto per trovare la felicità, piuttosto che vivere ai margini della pista.

P.s.  Sotto il casco… un frammento di me

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Balance

9 Luglio 2010 11 commenti

Anne GeddesIn inglese balance significa equilibrio, ma anche bilancio; be/hang in balance vuol dire, però, essere in sospeso.

Strano come stamattina, al risveglio, mi sia venuto in mente questo termine per riassumere come mi sento, nonostante non conosca così a fondo la lingua inglese.

Eppure, il termine corrisponde alla perfezione al mio stato d’animo. Mi ritrovo a fare uno dei tanti bilanci che durante la vita facciamo, probabilmente al solo scopo di tarare quell’equilibrio tra interno ed esterno così difficile da mantenere.

Mi scopro a immaginare come sarebbe stata la mia vita se avessi pensato di meno e agito di più, mi chiedo se la felicità si costruisce o arriva a casaccio,  per sfiorarci e poi ripartire per chissà dove.

Ho sempre creduto di aver costruito i miei momenti di felicità con grande fatica e, dunque,  se non riuscissi ad essere felice sarebbe solo mia la responsabilità?

Sono in sospeso tra i principi che da sempre hanno regolato le mie azioni e la realtà che vince su qualsiasi ideale/principio/sogno o desiderio.

Non so quanto questa realtà che vivo corrisponda davvero a ciò che voglio, ma mentre cerco di capire e sentire qual è l’odore che guiderà i miei passi, il mio corpo si muove e dà segnali di malessere, rifiuto o benessere in attesa che il pensiero si sintonizzi sulla giusta lunghezza d’onda.

Ancora una volta, sono solo io a dover dare una svolta alla mia vita senza aspettare che, come in un romanzo, accada l’imponderabile.

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