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L’assetto

L’assetto in sella a una DucatiL’assetto è importante. In macchina o in moto, l’assetto giusto serve a non farti cadere e a farti godere al massimo le gioie della guida, ma la posizione che assumi dice qualcosa anche di te.

Io guardo sempre l’assetto, per imparare e per capire. Mi piace guardare come guidano le persone, soprattutto gli uomini (c’ho ‘sta debolezza!), sia che mi trovi seduta accanto a loro, sia che stia dietro in moto, ma anche quando li vedo sfrecciare mentre viaggio con lo scooter.

Ci sono i ducatisti, molto machi e un pò coatti (nota espressione romana), tutti proiettati in avanti, gomiti larghi e piedi arretrati, che scattano facendo roboare le marmitte e lasciandoti nella pancia l’eco del motore. Poi ci sono quelli sull’R1 (Yamaha per i meno esperti), che riesci a vederli solo a semaforo rosso perchè, per il resto, è come se fossero in pista. Cambiando di categoria, ci sono “i portatori di custom” (che non è una malattia), in posizione distesa all’indietro che fanno sempre molto rumore per nulla. Altra storia per le BMW, moto definite per antonomasia “da vecchi”, nel senso di mezzi che per il costo, la pesantezza e la completezza di prestazioni vengono scelte da motociclisti navigati che, dopo aver guidato di tutto e aver rischiato la vita un centinaio di volte, si affidano a una moto solida in grado di affrontare qualsiasi tipo di strada e di viaggio. Questi li vedi, a volte con il sigaro in bocca (fa molto businessman, ma anche architetto snob), con il casco aperto, che sfilano agilmente nel traffico nonostante i 200 kg. (minimo) di peso.

Li osservo (il miglior punto d’osservazione è stando dietro, naturalmente), guardo le loro mani sul manubrio per vedere, ad esempio, se tengono il pollice della mano sinistra (quella dell’acceleratore, per intenderci) sopra o sotto la manopola. Cerco di sentire come tengono la schiena, se si appoggiano al passeggero o sono protratti in avanti, e come si muovono quando frenano o quando scartano le macchine.

Li osservo anche in macchina. Come tengono il volante e come cambiano le marce…
Non so, ma l’assetto racconta qualcosa che le parole non dicono.
Alcuni sono molto sicuri e tranquilli, altri più cauti e ansiosi, ad altri ancora non gliene frega niente della macchina e ti guardano facendoti rischiare la vita… Altri ancora, riescono a “rincoglionirti” del tutto perchè, mentre guidano con disinvoltura, riescono anche a farti una carezza “casuale”, approfittando del cambio delle marce in auto o dei semafori in moto…

Non so, ‘sta cosa mi affascina da sempre, un pò perchè a me piace guidare, un pò perchè mi sembra che sia la macchina che la moto, siano rimasti due dei pochissimi “luoghi” in cui vengano rispettati i ruoli uomo-donna. Almeno quando sei il passeggero e almeno per la durata del traffico…

Eppure, non sempre riesco a essere oggettiva. In genere, il bravo “pilota” mi abbaglia. Nel senso che tendo a perdonarlo quando guida, dimenticandomi spesso che una guida sicura e disinvolta può essere sinonimo di arroganza. L’arroganza di chi pensa sempre di poter condurre il gioco, anzi di chi, se non lo conduce secondo le proprie regole, non prova nemmeno a rimettersi in discussione per trovare un accordo.

Io, nel mio piccolo, ho delle certezze circa il mio assetto e la mia guida (non corro mai troppo, sto attenta a che i freni funzionino alla perfezione, svicolo nel traffico e sono responsabile quando ho un passeggero), ma sono disposta sempre a imparare e migliorare… Se mi fido della guida di qualcuno, non dico una parola, altrimenti posso diventare una rompiscatole di prima categoria (in genere, rompo alle donne che guidano “da donne”).

La cosa che mi riesce difficile, ancora, è evitare di identificare un guidatore esperto con un “vero uomo”… anche se lo so che potrebbero non coincidere, tendo a crederci ed ecco lì che la mia collezione di irrisolti (tanto per non andarci giù pesante!) aumenta.

Vabbè, diciamo che c’è modo e spazio per migliorare e diciamo pure che, almeno finora, ho fatto dei bellissimi giri in moto e qualche viaggio in auto degno di nota!
Per il resto, si vedrà… per molti resto ancora il passeggero ideale!

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  1. LucyVanPelt
    8 Agosto 2008 a 23:24 | #1

    Hai ragione da vendere: INVESTIRE è la parola giusta, soprattutto per una VanPelt!

  2. Paul Emical*
    8 Agosto 2008 a 19:23 | #2

    Lo so che le ami. Proprio per questo mi permetto di correggerti: la frase giusta era “se solo avessi soldi da INVESTIRE”. Ducati… buttare… che razza di linguaggio, da una signora, poi! 😉

  3. LucyVanPelt
    8 Agosto 2008 a 18:26 | #3

    @Paul Emical*
    Ma tu lo sai che io AMO la ducati! E sai anche che vorrei comprarla… se solo avessi dei soldi da “sperperare”!

  4. Paul Emical*
    8 Agosto 2008 a 17:50 | #4

    Giù le mano da(gl)i (ex) Ducatisti. Poffarre, e financo Teufel!

  5. 7 Agosto 2008 a 12:08 | #5

    @LucyVP
    Quanto all’assetto di guida, a differenza della sicurezza con cui svicolo nel traffico quando sono al volante di un’auto, nel tentativo di colmare ogni spazio vuoto lasciato nella fila al semaforo – in puro “stile tetris” -, sulle due ruote sto veramente in allerta tutto il tempo, e non mi sento mai molto sicura… Sarà perché il mio motorino liberty 125 è un catorcio che non frena, non ha le frecce, e nemmeno il clacson?

  6. 7 Agosto 2008 a 12:03 | #6

    @Claudi-Norma
    Sta storia della suora alla Monaca di Monza m’ha proprio preso!! Ti prego di pensare seriamente alla prosecuzione del racconto, magari a puntate in fondo a un magazine femminile… 😉 Evviva Claudi!!!

  7. LucyVanPelt
    7 Agosto 2008 a 0:40 | #7

    @Claudi-Norma
    Secondo me tu ti sottovaluti… hai mai pensato di scrivere romanzetti rosa sotto pseudonimo? Faresti soldi a palate!

  8. 6 Agosto 2008 a 23:36 | #8

    Però devi ammettere che Suor Lucy è un nome davvero fantastico!
    Sai cosa potrei fare, un piccolo spin-off del racconto ma in stile Mario Salieri, sarebbe una gran prova.
    De che, nun lo so.
    “Togliendosi le calze, suor Lucy si accorse che degli occhi indiscreti la stavano osservando. Gelo. Cosa fare? Il cuore cominciò a batterle forte, un’emozione mai provata prima la fece rabbrividire, ma il sudore freddo stava evaporando per l’improvvisa ondata di calore che stava facendosi strada nel suo corpo, dal piede poggiato sulla sedia, su per il polpaccio, salendo fino all’interno delle sue cosce…”
    ‘Notte.

  9. LucyVanPelt
    6 Agosto 2008 a 11:58 | #9

    @Claudi-Norma
    Tanto tempo fa mi hai detto che avrei dovuto tirare fuori quello che avevo dentro veramente e io ci ho riflettuto su a lungo, lo sai…

    Poi, ho capito che quello che mi dicevi era molto legato al linguaggio, così diverso dal tuo (che sai quanto amo!). Ora, però, lo hai capito anche tu, forse cominci a vedermi per bene, forse mi faccio vedere di più, forse siamo cambiati entrambi…

    Su una cosa però non transiggo: se mi vuoi parlare come a una bambina, ok, per certi versi lo sono e lo sarò sempre, ma suora o prete sono un’offesa per me!!!

    Per il resto ti adoro, anche se certe volte non ti sopporto! 🙂

    p.s. il mio indirizzo email te lo mando per sms… pochi caratteri, ma giusti! xxx

  10. 6 Agosto 2008 a 0:51 | #10

    Me so scordato “want”, mannaggia la mannaggetta.

  11. 6 Agosto 2008 a 0:50 | #11

    Non ho la tua mail e non mi va di mandarti una sequenza di sms che comunque mi obbligherebbe a badare a quanti caratteri uso. E io di carattere ne ho uno solo, quello che conosci. Eppure ti stupirò, non dirò nel mio stile quel che voglio dirti. E starò anche attento a quel che dico, a come parlo, come se stessi parlando con un bambino, con una suora o peggio ancora con un prete.
    Rfz, c’hai due testicoli ben più grossi di molti dei personaggi che normalmente considero al di sopra del normale. Ok, hai un language-code da rispettare per cui non ti allarghi, ma fare fronte a certe cose o, forse più precisamente, avere un certo atteggiamento nei confronti di talune particolari situazioni che a me tirerebbero fuori il lupo mannaro, senza avvelenare l’etere informatico, beh, fa di te una Vera e Propria Van Pelt.
    Good grief, I don’t no more of that!!! Come gli Stiff Little Fingers.

  12. 6 Agosto 2008 a 0:15 | #12

    Gisus Vannelli! Maria Immacolada come la Pigna, Gino Vannelli…

  13. LucyVanPelt
    5 Agosto 2008 a 16:30 | #13

    @p.s. Claudi-Norma
    Figurati se potevo mai pensare a una citazione così colta!
    Ehi, ti ricordi di me? Springsteen, Genesis, Pink Floyd… e Gino Vannelli ce lo vogliamo dimenticare?! 🙂

  14. LucyVanPelt
    5 Agosto 2008 a 15:23 | #14

    @Claudi-Norma
    Sì, conosco lo stile Hobbit! 🙂

  15. 5 Agosto 2008 a 15:06 | #15

    P.s.: mi ha fatto piacere la tua non-citazione di The Passenger di Igghipop.

  16. 5 Agosto 2008 a 14:55 | #16

    Il mio motorino 50 Carabinieri è mancino e io ambidestro. Il freno è ostile, ‘o stile mio è scarso, o al limite in infradito.

  17. LucyVanPelt
    5 Agosto 2008 a 11:22 | #17

    Che tu sia snob, considerate le moto e l’assetto di guida descritti, non c’è dubbio.

    Che io sia altrettanto RINCO è un dato di fatto! …la destra, la destra.

    Non lo correggo, merito gli insulti! 🙂

  18. 5 Agosto 2008 a 10:48 | #18

    Cara LVP… altrimenti detta “passeggero ideale”…

    Possedevo una BMW serie K, poi sono passato ad una RT da turismo, al momento guido una RS, diciamo una sportiva cattivella mascherata da moto da turismo.

    Tutte BMW, queste sono le moto che ho guidato da circa 6 anni a questa parte. Guido qualcosa su due ruote ed un motore da quando ne avevo 12 per cui diciamo che ormai siamo arrivati a circa 26 anni!

    Il peso di queste moto non è mai stato inferiore ai 200kg, nel caso della RT ci si avvicinava parecchio ai 300…

    Non fumo il sigaro, sono sempre iperprotetto, quando si cade ci si fa male e d’estate le giacche traforate aiutano… tartaruga protettiva sempre ben aderente alla schiena… ma tuttavia non mi spiego come fare ad usare la mano sinistra sul gas! 😛

    Sono snob eh? 😛

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