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Blogger silente

Blog’s WorldCome ricorda un amico, fine lettore, quando lavoravo nell’editoria scrissi uno dei primi articoli sui blog. Era il 2001 e durante la tragedia delle torri gemelle, non riuscendo ad accedere ad alcun sito istituzionale, mi misi a navigare in cerca di news. Nel marasma e nella concitazione di quel giorno, trovai in rete la pagina di Andy Chest che descriveva in tempo reale ciò che vedeva dalla finestra del suo ufficio, situato due isolati più in là del World Trade Center. Ricordo che non pensai affatto a che strumento utilizzasse per comunicare in tempo reale, so solo che le sue descrizioni mi fecero accaponare la pelle. Le notizie che leggevo non avevano nulla di giornalistico, ma vedere ciò che accadeva attraverso gli occhi di una persona comune mi teletrasportò immediatamente sul luogo del disastro.

Giorni dopo tornai a cercare la pagina di Andy: volevo sapere come stava, sapere qualcosa di più sull’aria che si respirava a New York. E’ stato così che ho scoperto i blog. Mi affascinava l’idea di un’informazione diretta, senza il filtro del linguaggio giornalistico che, spesso, alla ricerca della forma migliore falsa le emozioni e altera i fatti.

Da allora ho continuato a esplorare i blog in rete, preferendo gli anonimi alle grandi firme. Ho letto, spiato e scoperto la vita di migliaia di persone. Alcune avrei voluto conoscerle, altre mi hanno fatto ridere, mi hanno intenerito o fatto incazzare, ma sono sempre stata “silente”. La curiosità, mista a una sorta di vouyerismo, mi spingeva a leggere per scoprire qualcosa in più anche di me. Mi comportavo in rete come mi comporto nella vita: non sono una che fa amicizia facilmente, osservo molto prima di interagire. Ho bisogno di conoscere e capire prima di parlare. Ogni giorno mi sedevo al tavolino di un bar, di una qualsiasi città, e guardavo la gente passare, ascoltavo le conversazioni, scoprivo vite simili alla mia e vite completamente diverse.

Sono passati sei anni prima che anche io iniziassi a scrivere su un blog, anzi su un network di blog, occupandomi di cinema e di argomenti più personali, e un anno ancora perchè cominciassi a parlare nei blog degli altri.

Oggi continuo a navigare da “silente” in molti blog, aspettando il momento giusto per parlare, per non essere invadente e, soprattutto, per dire qualcosa che non sia tanto per dire, ma mi permetta di stabilire un rapporto con chi scrive.

Ormai, stando dietro alla tecnologia, ai social network e alle nuove applicazioni, sembra che i blog siano considerati obsoleti, ma credo che questo l’abbiano detto anche dei pub, delle birrerie e delle cantine dove musicisti alle prime armi provavano la loro musica.

Eppure la gente continua a frequentare certi luoghi, cambiano le tecnologie certo, ma non il desiderio delle persone di comunicare, conoscersi e scambiare opinioni. E poi, questa è la cosa magnifica, in rete c’è spazio per tutti.

Per approfondire: la classifica dei 100 blog italiani più visti (ma qui ci sarebbe da aprire un nuovo post) un articolo di Marco Montemagno (Sky Tg24) su blog e classifiche.

P.S. Per quanto mi riguarda, considero il blog come uno strumento personale di comunicazione, il fatto che rientri o meno in una classifica non m’interessa e non pregiudica il suo valore. Basta vedere la qualità di molti classificati…

Categorie:Daily Report Tag:
  1. LucyVanPelt
    19 Agosto 2008 a 9:31 | #1

    Dici? 🙂

  2. 19 Agosto 2008 a 8:28 | #2

    LVP attenta a Massim. il truffaldino… lo dice solo per alimentare traffico sul suo blog e salire la china della classifica che lo vede piuttosto indietro!!!!!

  3. 14 Agosto 2008 a 22:31 | #3

    Adoro i blog. Ahimè, possono diventare quasi una mania. Ma li adoro.

    P.s il fatto che tu sia un lettore silente l’ho potuto constatare anche nella mia pagina. Beh, poco male! 🙂

  4. 14 Agosto 2008 a 17:52 | #4

    Poter comunicare contemporaneamente da diverse parti del mondo è bellissimo!!!!!!!!!!!

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