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Favola dell’8 dicembre

Il sapore della sigaretta appena accesa mi riportò indietro di… quanti anni erano passati? Cinque, forse, ma non ne ero sicura. Il tempo era trascorso in maniera poco lineare dal primo natale passato insieme, fino all’ultimo in cui lo vidi. L’aria gelida di dicembre odorava di legna e di festa, proprio come quella sigaretta, la prima di una lunga giornata trascorsa sulle pagine di un libro. Cercavo di non pensare e, da sempre, i libri erano stati i migliori complici delle mie evasioni dalla realtà. Solo che la realtà è un carcere dal quale non si può fuggire, non per sempre almeno, se non si vuole rischiare la vita.

E io la vita l’avevo rischiata parecchie volte, fino al giorno in cui avevo capito che non esisteva nessuna prigione se non quella con le sbarre invisibili che iniziamo a tirare su appena nati. E non è perchè non vogliamo volare, ma è solo per sopravvivere a qualcuno che, volente o nolente, ci ha usati ancor prima che vedessimo la luce, trasformandoci in un’idea da crescere e coltivare.

Ma io ho sempre avuto una gran fantasia e penso che la vita di ognuno possa essere raccontata come una fiaba, con tanti finali diversi e più di una morale. I grandi scrittori raccontano favole anche quando non parlano di maghi e di folletti. E io sono stata un folletto, una fata, una strega, un guerriero un amanuense e un filosofo.

Quando l’ho conosciuto, per esempio, ero una farfallina sperduta, che non sapeva cosa farsene delle sue ali colorate. Mi sembrava che, a parte qualche ohh di meraviglia, erano in pochi a voler sapere da dove venivano quei colori. Lui invece ne restò affascinato e, senza che me ne accorgessi, provò a volare con le mie ali. Mi fece un bellissimo regalo e io, in cambio,  provai a dargli tempo.  Ma rimase a fare il giardiniere, continuando a curare i fiori nati sul suo balcone: rinunciare alla libertà era un giusto prezzo da pagare. Troppo pesanti i sensi di colpa quando ci si deve alzare in volo.

Chissà perchè proprio ora mi tornava in mente, colpa dell’aria natalizia e di quella prima sigaretta, forse, o solo una piccola fantasia/ricordo per non pensare a una nuova favola da vivere. Che strano, mi sembrava di averci rinunciato a quella storia lì e invece eccola prepotente che si riaffacciava alla mente. Uno sguardo che chissà perché ancora mi catturava, un sorriso che mi riscaldava, una voce silenziosa che mi corrispondeva, una strada forse popolata da qualche fantasma, ma ancora interessante ai miei occhi.

Continuavo a sentire una strana affinità, ma forse era soltanto un comune anelito di libertà. Non sapevo che favola era e se c’erano draghi o fate dei boschi. Non sapevo se il principe era azzurro o si nascondeva sotto una pelliccia da orso, però avevo buone speranze che, se fossi stata in pericolo, sarebbe corso a salvarmi. Sorrisi, con il fiato grosso che formava nuvolette di freddo vapore. Avevo camminato a lungo e, a casa, avevo una storia da leggere e vivere ancora per un pò. Era il giorno in cui si fa l’albero di natale, ma io avevo preferito immergermi in un’atmosfera fantastica popolata da creature leggendarie. Non era ancora tempo di scrivere una nuova favola e la principessa doveva avere pazienza. Presto il tepore primaverile avrebbe sciolto le nevi e il principe avrebbe ritrovato la strada di casa.

  1. 15 Dicembre 2008 a 12:13 | #1

    Centinaia di milioni di aficionados… voglio prenderlo come un augurio! Anche se credo che, più andrò avanti per la mia strada, meno gente mi seguirà, come del resto capita nella vita 😉

    Mah, non so cosa pensano le migliaia di aficionados, ma io dei tuoi commenti, spesso, salto la parte ludica per concentrarmi su quella di sostanza. Considerando poi, che a volte coincidono, direi che non è una gran fatica.

    E poi, quand’anche dovessi decidere di cancellarti, saprai sempre il perché!

  2. 15 Dicembre 2008 a 10:36 | #2

    Mah, a volte non sono sicuro di come vengano recepiti i messaggi, e anche se alla fine decido di “sottometterli”, rimango nel dubbio di essere sembrato un imbecille. Non tanto a te che mi conosci perlappunto in quanto tale ma alle tue centinaia di migliaia di aficionados.
    Teribbile Gravitazionavatar!

  3. 15 Dicembre 2008 a 0:05 | #3

    @Claudio dei Norma
    No che non ti cancello, perchè mai dovrei farlo?! 😉

  4. 15 Dicembre 2008 a 0:04 | #4

    @willy
    ancora non ho scoperto l’harry potter che mi farà diventare miliardaria, però…

  5. 14 Dicembre 2008 a 23:13 | #5

    Ma il Principe Azzurro poteva rivelarsi Svevo Bandini, e qualche anno dopo avrebbe potuto perdere gli ultimi vostri soldi alla PoolHall. E l’unica cosa che avresti potuto dirgli sarebbe stato: Aspetta Primavera, Bandini.
    Penso che ritrovarsi Principessa Alata in un mondo di Uomini dal Culo Di Piombo e dal Cuore Di Stagno non aiuta. O forse sì, quantomeno ad alzarsi a un livello più consono a chi è in grado di volare.
    “La vispa Teresa avea tra l’erbetta al volo sorpresa gentil farfalletta”.
    Io mò me ne vado a farfalletto.
    ‘Notte.
    P.s.: se cancelli il mio messaggio non mi inquieto.

  6. willy
    14 Dicembre 2008 a 10:36 | #6

    mbeh! che fa, si langue?

  7. willy
    13 Dicembre 2008 a 20:30 | #7

    j.k.raffi

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