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Archivio per dicembre 2008

Nataleblob

7 Dicembre 2008 9 commenti

Mancano solo un paio di settimane alle odiate/amate feste natalizie e ne approfitto per pubblicare un racconto scritto nel ’99 e pubblicato la prima volta sul sito di un caro amico scrittore.  Oggi, alcune di quelle persone citate nel racconto non ci sono più… Sento la mancanza di una di loro, soprattutto, che se ne è andata prima del tempo, lasciando me e la mia famiglia poco prima di quel Natale, improvvisamente gelido e doloroso. Non ho fatto in tempo a dirle tante cose, né a farle leggere questo racconto di cui le avevo parlato… Dopo, niente è stato più lo stesso. A zia Lù, sempre nel mio cuore. Prosegui la lettura…

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Musicisti con la testa

5 Dicembre 2008 10 commenti

Elio e le storie tese rifiutano l’Ambrogino d’Oro, spiegando in una lettera al Comune di Milano le  motivazioni della loro decisione. Ringraziando chi ha proposto il loro nome, il gruppo ritiene di non poter accettare la Benemerenza perchè in disaccordo con la scelta del Comune di non assegnare l’Ambrogino a Enzo Biagi e la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano.

“Come abbiamo fatto in questi vent’anni – aggiungono – continueremo a rappresentare al meglio Milano, la città in cui siamo nati, viviamo e lavoriamo; che amiamo profondamente e che, proprio per questo, vorremmo vedere meglio trattata e rappresentata dalla sua amministrazione comunale”.
Fonte: Il Giorno

Sono ancora in tempo?

2 Dicembre 2008 16 commenti

Sono nata con la televisione in b/n, i dischi in vinile e il telefono fisso. Ho assistito alla diretta televisiva dello sbarco sulla luna (ero piccola, ma me la ricordo!) e ai reportage sul rapimento Moro. Leggevo Provolino, avevo la bambola Fanella e guardavo Maga maghella. Per anni sono andata a letto dopo carosello, ho mangiato i formaggini di Susanna e bevuto l’acqua idrolitina. L’ascensore di casa mia andava con 10 lire e un gelato lo compravi con 100. Ora tutto questo è preistoria, ma io non assomiglio ai protagonisti di Jurassic Park. Quando rivedo le immagini di repertorio della mia infanzia ogni cosa sembra lontana anni luce, come se avessi fatto un salto nell’iperspazio.

Nonostante cellulari, DVD, computer e TV satellitare, mi sembra però che la nostra crescita sia stata inversamente proporzionale al progresso. Nella mia vita tutto è avvenuto in ritardo rispetto all’implicita tabella di marcia della società: a 15 anni la prima esperienza sessuale, a venti l’università, a trenta matrimonio e figli, a quaranta una carriera di successo, viaggi e agiatezza economica. Io ho fatto l’amore la prima volta a vent’anni, mi sono iscritta all’università a ventiquattro, a trenta ho lasciato il mio fidanzato storico e ho detto addio a una probabile carriera di successo qualche anno fa, dopo aver cercato inutilmente di oppormi alla folle logica di un imprenditore ‘malsano’.

E continuo ad essere in ritardo… mi dilungo, mi allungo, dilazionandomi esasperatamente nel tempo. Prolungo gli istanti che in breve si trasformano in minuti, in ore preziose rubate al “fare quotidiano”. Un fare inutile, dissociato e disorganizzato che dovrebbe contribuire alla crescita del PIL, ma si riduce a un isterico andirivieni di insetti alienati che accumulano cibo per la sopravvivenza.
Io però rallento,  seguendo un metronomo invisibile che impone il ritmo ai miei movimenti.

Ritardo e penso. Ritardo e sono. Ritardo e vivo.

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