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No comment

NotteBrava-a-LasVegasH. 4.20 del mattino, la lavatrice centrifuga dentro l’armadio. Due ore fa mi sono svegliata dopo essermi addormentata sul divano per non andare a letto… giusto un pisolino non impegnativo, senza sogni please, senza concedersi il sonno dei giusti, il riposo tranquillo di chi ha trascorso una dura giornata di lavoro.

Mi sono svegliata per andare in bagno e, al ritorno, passando per la cucina, ho visto il piatto con la cena e ne ho approfittato.
La Tv è accesa e cerco qualcosa di leggero, per non appassionarmi e andarmene a dormire appena finita la pizza. Notte brava a Las Vegas, una commedia con quell’attore-bambino che ha sposato l’ex di Bruce Willis e che mi sembra sempre un ‘gran fico per niente bambino‘. Ottimo, i suoi addominali sono assolutamente rilassanti, la sceneggiatura è scontata, ma ben scritta. Mangio guardando la Tv e dimenticando per un attimo quello che ho deciso di ingoiare per non fare polemiche inutili al lavoro, le note stonate nelle voci degli altri, le voci intonate ma senza personalità…

Ho finito le sigarette, ma posso farne a meno. Così, all’improvviso, mi viene da piangere. Lacrime che salgono da sole per far uscire i vaffanculo repressi durante la giornata.
E non posso dirlo a nessuno, perché si tratta solo del mio dovere, niente di più di quello che molti fanno con il sorriso sulle labbra.

Ma insieme ai vaffanculo sale anche il resto, più profondo e più intimo. Delusioni che stringo tra i denti perché mi fanno ancora male, desideri inconfessati per pudore; e mi rivedo imboccare la strada di casa, tenendo gli occhi bassi e sperando in una sorpresa; e tornano in mente parole che si possono leggere in due versi, ma se le leggi dal verso positivo succede sempre che hanno il significato opposto. Smetto di piangere. Ma poi l’attrice bella, bionda e con la bocca larga pronuncia una frase: “Per un sacco di tempo ho cercato di compiacere gli altri, ma non compiacendo te sono tornata finalmente me stessa”.

Piango davvero adesso, per una stupida frase hollywoodiana che riassume il lavoro di una vita. In fondo, gli unici due doveri che ho sono verso la realtà e verso me stessa. Per tutto il resto no comment. Anche per l’attore nella foto…

  1. 31 Agosto 2009 a 14:03 | #1

    @Fabrizio
    A volte, il timore di risultare poco gradevoli, poco disponibili o spocchiosi, c’impedisce di dire NO. Poi, per vivere anziché sopravvivere, capisci che se non ti difendi nessuno lo fa per te. Un sano egoismo che, personalmente, mi è costato e mi costa caro, ma sembra faccia bene sia a me che a chi si sente dire no.

  2. 29 Agosto 2009 a 22:49 | #2

    Questo per me è il punto. Sin da quando andavo a sciare. Io aspettavo gli altri ma altri non aspettavano me. E’ per questo che oggi mi son stancato di compiacere i noiosi, sempiterni racconti del dopo vacanza, mi son stancato di far buon viso a cattiva sorte e di non sentire quel commento acido. Mi son stancato. Punto. E se per ciò dovessi risultare poco gradevole, polemico e fin spocchioso, pazienza. Si rivolgeranno ad altri, qui, una volta tanto, è occupato.

  3. 27 Agosto 2009 a 14:36 | #3

    Perchè… Perché certe volte bisogna che le cose si lascino andare, perché ognuno di noi deve fare la propria strada da solo anche se io ho sempre creduto e credo alla condivisione e al sostegno reciproco. E sento il pezzo di Springsteen, One Step Up. ‘Un passo avanti e due indietro‘ dice il ritornello, una canzone malinconica che mi ha fatto pensare che, a volte, io due passi indietro li ho fatti per aspettare altri.
    Altri che non hanno aspettato me.

  4. 27 Agosto 2009 a 12:30 | #4

    Già, perché?
    Faccio il turno pomeridiano, se ti ci scappa una chiamata dopo le quattro, sarà bene accetta. O Bene Gesserit se per quell’ora ti sarai strappata tutti i capelli.
    Altrimenti ci sentiamo stasera via fisso.
    Io esisto anche in funzione della tua funzione nei mie confronti.
    Chiaro…?

  5. 27 Agosto 2009 a 11:37 | #5

    Passare sopra ai nostri desideri con la sensibilità di un Tir… E’ che c’è una dissociazione di fondo che si manifesta nelle parole di chi dice e chiede qualcosa, ma non mette in relazione i propri desideri con quelli altrui… continua ad essere un involontario mors tua vita mea, quando invece dovrebbe essere vita tua vita mea.

    E, quando giustifico gli altri perché mi accorgo che non se ne rendono conto, mi chiedo: ma se me ne accorgo io perché non possono farlo anche gli altri?

    E io, perché resto lì ad aspettare che forse con i loro tempi se ne accorgano invece di mandarli affanculo e dormire serena la notte?

  6. 27 Agosto 2009 a 9:45 | #6

    Sarà pure una “stupida frase hollywoodiana” ma non è così scontato riuscire ad attuarla. Ne sappiamo qualcosa noi Brave Bambine, sempre pronte a far felici gli altri e a non contraddirli con stupide obiezioni campate in aria, quando passare sopra ai nostri desideri con la sensibilità di un tir è la cosa che ci viene più facile. E invece alla fine, a dare ascolto alla propria vocina interna, forse stiamo meglio noi e stanno meglio pure gli altri. E se pure gli altri non stanno meglio…

  7. 27 Agosto 2009 a 9:39 | #7

    Già, nulla da aggiungere.
    Per fortuna lavoro troppo e non rifletto.

  8. 27 Agosto 2009 a 7:34 | #8

    Nulla da aggiungere, sento enormemente quel che dici.
    Giusto una menzione speciale alla lavatrice che centrifuga nell’armadio.
    La mie ierzera se la centrifugava in giardino.

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