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Scrivere è avvicinarsi all’indicibile

David GrossmanLa frase è di David Grossman, scrittore israeliano di cui ho amato particolarmente Che tu sia per me il coltello, romanzo epistolare regalatomi dal caro Claudi-Norma.
Vi consiglio di vedere questa bella intervista rilasciata a Che tempo che fa.
Il suo ultimo libro è A un cerbiatto somiglia il mio amore e sarà il mio prossimo acquisto insieme a Uomo nel buio di Paul Auster, tra i miei scrittori preferiti, anche lui intervistato da Fabio Fazio ieri sera, nell’edizione domenicale del programma.

Paul AusterPaul Auster, che amo moltissimo e non avevo mai visto, ha dedicato il suo ultimo romanzo proprio a Grossman, suo caro amico, e vi confesso che sentirlo parlare, così come ascoltare le bellissime parole di Grossman, non solo mi ha fatto venire voglia di acquistarne il libro (ciò mi accade comunque ogni volta che metto piede in libreria), ma mi ha confermato una volta di più che:
1. esistono persone davvero geniali, la maggior parte delle quali non frequenta assiduamente la Tv
2. queste sono le cose belle e interessanti che vale la pena vedere in televisione
3. insieme a Parla con me, Che tempo che fa è una delle poche trasmissioni per cui ancora guardo la Rai
4. è vero, come dice Grossman, ‘scrivere avvicina all’indicibile, all’impronunciabile’ perché non è facile trovare le parole per raccontare certe storie e certe realtà e c’è chi lo sa fare davvero bene.

  1. 15 Ottobre 2008 a 20:04 | #1

    Sì, lo vedo e, a parte inserire il link direttamente sul loro nome, ho provato a cercarli su myspace, ma non risulta nessun gruppo con quel nome… cmq. se li trovi batti un colpo che mettiamo il link corretto.

  2. 15 Ottobre 2008 a 18:53 | #2

    Ma per qualche motivo non si arriva al loro profilo di myspace cliccando su quell’http.
    Come a voler dimostrare per l’ennesima volta che sono un vero cavernicolo in quanto a conoscenze informatiche.
    Bah…

  3. 15 Ottobre 2008 a 18:50 | #3

    Mai letto Auster, mi piaceva giocare col nome.
    E lo Jagermeister non mi piace, mi piacciono gli Jagermastarz.
    L’unico amaro che bevo è il Lucano.
    Buona serata e a domani, VanPest.

  4. 15 Ottobre 2008 a 17:55 | #4

    Naaaa, secondo me PaulAuster non è un librauster, proprio no!
    Non so cosa tu abbia letto, ma si sa: de gustibus non sputacchiandum…

    che poi bevendo jagermeister… tra il nome e il sapore non so quale mi fa più sputacchiare! bleah! 😉

  5. 15 Ottobre 2008 a 14:36 | #5

    Non ho mai letto niente di Paolo L’Austero ma adoro Grossman per cui penso che comprerò A Un Cerbiatto Somiglia Il Mio Uomo Nel Buio.

    Scusa Liùs, è più forte di me ma ora la faccio finita.

    .

  6. 15 Ottobre 2008 a 14:31 | #6

    Ho letto una cosa di PaulAster ma m’è sembrato un libraster per cui per rifarmi ho visto un film di Fredaster che di ballo era un master. Poi c’ho provato io ed è stato un disaster.
    Cosa potevo fare…? Ovvio, me so’ scolato ‘no Jeghermaster.
    Ah ma è Paul AUster!
    Allora mi sono sbagliato.

  7. 15 Ottobre 2008 a 12:18 | #7

    Di Auster, come di altri scrittori, va letto più di un libro. Non so, magari se avessi letto oggi Trilogia di New York avrei avuto una reazione differente. C’è da dire che di lui amo il modo di scrivere e la capacità di creare quella suspence che ti fa arrivare fino all’ultima pagina. Leggerò l’ultimo che ha scritto e ti saprò dire. 🙂

  8. 14 Ottobre 2008 a 16:33 | #8

    Anche io ho visto l’intervista. Auster è molto pacato e interessante.
    Come sai, ho letto il libro che mi hai regalato con molta curiosità, anche se alla fine mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, per i finali che ha scelto.
    Chiaramente è solo un mio punto di vista 🙂

  9. 14 Ottobre 2008 a 14:03 | #9

    Pensa che dal 21 ottobre riparte Parla con me, in quest’edizione con una striscia quotidiana dal martedì al venerdì, ma sempre alle 23.30…

    Il fatto è che la cultura non fa audience e quindi l’unica sana e saggia soluzione è rivederseli sul web.

  10. 14 Ottobre 2008 a 13:40 | #10

    Ho visto anch’io l’intervista ad Auster. Apprezzo moltissimo lo sforzo di chi tenta di portare in tv gente nuova, diversa, e che essendo diversa (nel senso migliore del termine) ha molto spesso cose diverse da dire.
    Peccato che questo genere di programmi sia un po’ ghettizzato. L’orario di “Parla con me” è assurdo ad esempio, eppure il programma potrebbe essere la risposta della Rai alle Iene o roba simile.

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