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Archivio per luglio 2009

Il primo vinile non si scorda mai

14 Luglio 2009 5 commenti

Selling England by the PoundIl primo 33 giri in vinile che ho comprato è stato Selling England by the Pound dei Genesis, avevo 15 anni. Scopro per caso che il disco italiano, diverso da tutte le altre versioni pubblicate nel mondo perchè conteneva le traduzioni dei testi fatte da Armando Gallo, è oggi ambito pezzo da collezione. Le traduzioni sono accuratissime perchè, oltre ad aver inserito note dettagliate che spiegano i numerosi giochi di parole nascosti nei testi originali, l’autore si è avvalso dell’assistenza di Peter Gabriel. Il disco contiene alcuni dei pezzi epici del gruppo inglese, ma qui riporto il testo di uno di quelli meno apprezzati, uno dei primi cantati da Phil Collins. E’ forse uno dei brani del disco meno incisivi musicalmente, ma a me piaceva perché credevo raccontasse una storia d’amore… poi ho scoperto che, invece, parla della fine di un amore e della volontà di farcela da parte di chi è stato lasciato. Lo dedico a un amico che non avrà bisogno delle traduzioni di Armando Gallo.
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My Beautiful Reward

11 Luglio 2009 12 commenti

Ho lasciato tra le bozze questo post per un bel pò di tempo. Dal 5 gennaio, per l’esattezza. Lo pubblico adesso perchè mi corrisponde ora più di allora. Ci sono pensieri che ci attraversano la mente per un momento e convinzioni che ci accompagnano per tutta la vita. Ciò che ho scritto e pensato allora è ciò che oggi sento più attuale e corrispondente al mio stato d’animo. Io sono così.

“In qualunque momento io smetta di esistere, so di aver trascorso la vita intera a cercare la mia bellissima ricompensa
E c’ è da dire che ne ho anche avute di ricompense da un’esistenza che si può dire fortunata, ma non facile. Però, non ho mai smesso di cercare. Non so ancora cosa sarà, che volto avrà, se un volto avrà, ma so che quando la troverò saprò riconoscerla. Certi giorni penso che si chiami amore, altri penso alla serenità, altri ancora alla realizzazione di un sogno, ma in fondo so che qualsiasi ricompensa non sarebbe tale per me se non potessi condividerla con qualcuno di speciale.

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Scrivo

10 Luglio 2009 10 commenti

Scrivo, stanotte, senza avere un argomento preciso. Scrivo per scaricare la tensione, nonostante le mani tremino ancora per lo sforzo di mantenere la calma. Non riesco a mostrare quella solidità affettiva su cui poter fare affidamento e su cui, peraltro, qualcuno conta. Io ci sono, ma lo sguardo sperduto mi tradisce e rivela il dolore che provo per una perdita che non mi riguarda, ma mi appartiene. Gli occhi parlano più della mia bocca. Si sgranano, si addolciscono, prendono fuoco e si allagano come fossi un bambino che assiste all’atterraggio di un’astronave aliena.

E vorrei chiedere scusa per non riuscire a essere più forte. Per non riuscire a trattenere lacrime egoiste dinanzi a chi deve poter piangere sulla mia spalla. E vorrei dire grazie a chi comprende la complessità di queste emozioni e mi sorprende con una delicata ma intensa presenza. A chi divide con me il peso di parole violente dette nel momento sbagliato. Persone meravigliose che sanno rassicurare con un abbraccio, che sanno amare con un sorriso, che non fuggono anche se avrebbero voglia di farlo. Persone che si fidano e ti aprono il cuore, che ti regalano ‘grazie di cuore’ e che non hanno paura di mostrare i loro sentimenti.

Se potessi mettere tutte queste persone su una bilancia otterrei il peso di una vita spesa a cercare di migliorare. Una vita in cui la cosa più difficile è stata imparare a non fidarsi sempre degli altri. Ma che vita è se pensi che ovunque siano annidati potenziali nemici? Non so vivere così… non voglio vivere così. Ora, però, in questo momento di grande dolore, ritrovo sguardi e abbracci che mi restituiscono fiducia. Bevo da questi cuori per spegnere una sete mai placata. E non mi sento sola.

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Coazione a ripetere #1

4 Luglio 2009 14 commenti

Woman Prophet - Un disegno di John Jude PalencarCi sono frasi, all’apparenza banali, che le donne almeno una volta nella loro vita hanno detto. A un amico, al proprio uomo, al fratello o al padre. E, se non hanno avuto il coraggio di dirla, di sicuro l’hanno pensata. Una frase che non serve a niente, ma accentua l’incomunicabilità tra uomo e donna, con la sottile allusione che noi ‘siamo le migliori‘ …
Naturalmente, anche io l’ho pronunciata in diverse occasioni, solo pensavo fosse il risultato di un processo di maturazione che arrogantemente mi arrogavo.
Invece, circa un anno e mezzo fa, assisto alla seguente scena.

Location: Roma, facoltà di Architettura, via Gramsci. Esterno giorno.
Protagonisti: Due studenti, un Lui e una Lei. Neanche 50 anni in due. Amici, colleghi, forse fidanzati o sul punto di.

Lui l’ascolta da circa 20 minuti, dopo aver tentato invano d’interrompere il suo accorato sproloquio e aver assunto, nell’ordine, l’espressione interessata, contrariata, afflitta, rassegnata.
E Lei, con aria di rimprovero, alla fine non resiste e la dice: “…Tu non vedi oltre!
E Lui: “Ma oltre de’ che?!

Ecco. Lei non avrà avuto neanche 25 anni…
Ma poi mi chiedo: perchè invece di dirglielo, non glielo facciamo vedere questo oltre?! E, soprattutto, perché non possiamo accettare che è possibile vedere le stesse cose in modo diverso? No. Se non la pensano come Noi, Loro non vanno oltre.
Mah. Io ci sono stata a Oltre, niente di che e, soprattutto, ci sono solo donne! 😉

Confessioni di una mente ‘paurosa’

2 Luglio 2009 11 commenti

Tutte le parole accumulate nelle ultime 72 ore si scompongono e ricompongono a velocità folle nella mente. Si accoppiano e scoppiano, formando pensieri e frasi sconnesse che singhiozzano come amanti abbandonati. Provo a farle uscire dalla bocca e dalle mani, ma sento la voce di un’altra che dice ciò che pensa e che sente. Una morsa le attanaglia lo stomaco, le strozza la voce, e le lettere suonano sincopate, stonate a volte, frammentate dalla paura.

Chiudimi questa cazzo di bocca con un bacio. Toglimi il respiro fino a farmi morire. Voglio rinascere come campo arato pronto per la semina. Bagna la mia terra con acqua di sorgente, rinfrescami le idee, aiutami a far nascere germogli.

Vomito parole per riuscire a placare lo stomaco, ma resta la nausea di cento sigarette e il corpo provato dopo la tensione e lo sforzo…  Seduta al buio, davanti a un sipario, cerco di accantonare i pensieri perdendomi nei corpi che danzano sinuosi al ritmo di mani e chitarre, ma balzano agli occhi, tra tanti, i movimenti rigidi e legnosi di chi non riesce a sincronizzare il corpo con la mente. Inizio a muovere i fianchi cercando quel movimento che genera vita, ma non ci riesco, le membra stanche e spossate da troppe notti insonni. Mi manca il respiro a furia di reprimere quel grido strozzato rimasto in gola dal giorno in cui ho visto la luce.

E ora tu mi dici che posso, che devo far sentire la mia voce. Mi chiedi di lasciarmi andare, di godere come non ho mai fatto in vita mia, ma io resto paralizzata, schiacciata da una sconfitta annunciata che rende inutile qualsiasi tentativo di ribellione. Stresso la mente per placare il corpo, ma non ho alcuna resistenza, non ho più controllo su ciò che sento, basta una parola, un gesto, uno sguardo e la resa è totale.

Sdraiati accanto a me, accarezzami fino a sfinirmi. Sciogli tutte le mie resistenze e provami che posso fidarmi di te, anche solo per una notte. Regalami un sonno tranquillo, convincimi che non devo avere paura delle tue carezze. Dimmi che non merito solo botte e insulti, asciuga le mie lacrime con la tua bocca e resta sdraiato su di me fino a che il battito del mio cuore non tornerà regolare”.

Chiudimi la bocca, non farmi parlare. Dimmi cosa devo fare e io lo farò, ma per favore, non lasciare la mia mano adesso, muoio di paura.

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