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Posts Tagged ‘Riflessioni’

Intenzioni

19 Giugno 2009 13 commenti

Ti ho sentito intenzionato, ieri.
Come se avessi messo da parte ogni cosa per dedicarti esclusivamente a me.
Così è stato.
Nel tono della voce, più che nelle parole, ho sentito una spensieratezza rara, per te.
Mi hai sorpreso, che bello!
Ti fidi di me, hai detto. Mi rendi felice a volte, sai? E stanotte ti ho sognato.
Il volto non era il tuo, ma eri tu.
Ovunque, vicini, abbracciati, ci baciavamo, soli fra gente che non vedeva.

Resta, al risveglio, la sensazione di un contatto fisico profondo, intimo.
L’impressione di essere ancora rannicchiata tra le tue spalle…
Che strana cosa, l’invisibile presenza di un rapporto che non ha cardini, né presupposti.
Nessuna aspettativa, né progettualità, nemmeno l’idea di renderlo diverso da quello che è.
Una rara occasione per ‘sentirsi’ e capire qualcosa in più di noi stessi,
senza lasciarsi distrarre dalle implicazioni materiali di un rapporto.
Cammino per la mia strada, lontano da te
vicina a qualcun altro, a volte anche migliore di te.
E conservo dentro di me l’immagine di tante bolle di sapone.
Le vedi trasparenti, ma assumono i riflessi della luce,
le insegui con gli occhi come fossi bambino.
Ti bagni le dita con acqua e sapone
e ti resta addosso profumo di pulito,
e ti resta dentro la leggerezza di un gioco.
Sussurri, e soffio per farne di nuove,
le mani bagnate prima di ricominciare.
Bolle di sapone, attimi con te.

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A torto e a ragione

23 Maggio 2009 6 commenti

milo-manara_

Spesso, siamo convinti di avere ragione e quindi, di contro, c’è sempre qualcuno che ha torto.  Difficile capire dove sta la verità, ma partendo dal fatto che non esiste una verità assoluta, abbiamo smesso di cercarla.

Ognuno si costruisce uno spazio in cui le teorie prendono il posto della realtà e non si sente più niente, ma si pensa di sentire.
Ogni cosa è astratta perché si prescinde dai fatti, si conosce già il significato delle cose prima che accadano. Viviamo a priori, anzi, pensiamo di vivere.

Qualcuno poi se ne accorge e cerca, invece, di vivere una vita reale. Ci prova almeno, anche scontrandosi con tutti quelli che pensano e non vivono.

All’inizio è un gran successo. Anche i ‘teorici del vivere‘ infatti, restano affascinati da chi dà risposte concrete.  Poi, però, quando la concretezza comincia  a sgretolare le pareti astratte che mettono al riparo chi ha paura di sentire, allora non c’è più dialettica che valga la pena di portare avanti.
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Forme di pensiero

10 Marzo 2009 18 commenti

Durante i (150?) 200 mt. che separano casa mia dal garage, stamattina ho pensato nell’ordine:
1. voglio vivere con lentezza
2. non si dovrebbero fare figli quando si è troppo giovani
3. perchè, caxzxzxo, gli automobilisti accelerano in prossimità delle strisce pedonali, invece di rallentare e fermarsi?!

Gli spunti che hanno fatto nascere questi pensieri sono stati:
1. la notizia alla radio che ieri, a Milano, era la giornata della lentezza (terza giornata mondiale della lentezza) e il brutto episodio di picco pressorio che ho avuto ieri sera (tanto per guastarmi l’umore…);
2. una ragazza concentrata su una telefonata al cellulare, mentre il bellissimo bimbo che portava nel passeggino commentava il mondo circostante con versi e sorrisi… e lei non se ne accorgeva neanche;
3. il tempo che ho dovuto aspettare a metà di un percorso pedonale, in attesa che qualche automobilista si rendesse conto finalmente di non essere a Le Mans e decelerasse per lasciarmi attraversare.

Piccole cronache di una mente iper-attiva… mai che riuscissi a non pensare!
In compenso, continuo a vivere secondo il mio ritmo e miglioro ogni giorno di più. La calma è il modo più sano per affrontare qualsiasi cosa. Magari se ne fanno di meno di cose, ma si fanno meglio, non c’è dubbio!

Rifiuti

17 Ottobre 2008 6 commenti

parole.jpgIn un commento fatto al post Tilt, l’amico Claudi-Norma si esprimeva così:

Spesso noto che le parole delle persone con cui parlo sono piene di bolle, o sono rosse oppure, peggio ancora, suppurano sostanze putride e oscure, mi sto accorgendo che le parole di molta gente sono malate e forse stanno contagiando il linguaggio. A volte, quando sento più soggetti infetti parlare tra di loro, mi chiedo che lingua parlino. C’è un morbo del linguaggio, e mi fa male, ma così male, pensare che molto probabilmente siano state le nostre menti ad averne creato il focolaio.
Vi prego, continuiamo a parlare. Comunichiamo, opponiamo resistenza a questo virus non solo linguistico, contrastiamo questa nuova lingua morta che sta prendendo il sopravvento. E’ l’avvento della Zombielalia.
Vi prego.
Suono eccessivamente catastrofista? Sembra che stia parlando ex cathedra? Mi dispiace, ma nelle scuole, sugli autobus, in metro e nei supermercati, nelle palestre e in piazza si sta diffondendo il morbo.
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Nessi

11 Settembre 2008 12 commenti

Hugh Laurie nei panni del Dr.House Riflettevo sul fatto che quotidianamente, senza neanche farci troppo caso, mettiamo insieme notizie, dati, voci e imput che ci arrivano dai giornali, dalla Tv, dal Web, dai colleghi, dai capi o dagli amici e ne traiamo conclusioni. Lo facciamo nella vita, ma ancor più sul lavoro. Costruiamo un quadro mettendo insieme centinaia di pezzi e siamo convinti di avere così una visione più o meno completa della realtà. Eppure, capita spessissimo che i pezzi non li mettiamo al posto giusto e la realtà che ci prefiguriamo si altera non poco… Ora, quando questo capita a un medico che mette insieme i sintomi e i valori delle analisi in maniera, diciamo così, approssimativa a seconda della sua esperienza, della specializzazione o, anche, in virtù del fatto che ci tiene a risolvere un problema, che succede? Accade che uno si ritrova con una serie di diagnosi, incredibilmente contrastanti tra loro nelle premesse (?!), con una serie infinita di flaconi e pillole da distribuire nell’arco della giornata e, a distanza di 5 mesi, i sintomi sono gli stessi anzi, se possibile, si sono moltiplicati o sono peggiorati.
Mi sa che ho bisogno del Dr. House…

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